Ancora un caso di indigenza sociale che questa volta arriva da Dolo in provincia di Venezia, Giancarlo e Monica sono costretti a vivere nei corridoi dell’ospedale civile di Dolo in quanto sono senza casa, e senza lavoro.
Entrambi cinquantenni vivono come meglio possono aiutati dagli infermieri e da qualche “passante”. Giancarlo è molto malato, qualche anno fa ha avuto un ictus, e a seguire alcune ischemie, per complicare la situazione li per se già “delicata”, Giancarlo comincia ad avere i sintomi del morbo del Parkison.
A raccontare tutta la storia è stata Monica, compagna di Giancarlo, in un video postato su YouTube, la stessa espone in modo chiaro ed inequivocabile la loro situazione famigliare e si rivolge a quanti possano dare un “contributo” affinché il loro caso possa essere risolto nel più breve tempo possibile.
Ho voluto riportare integralmente quanto Monica dice nel video con accanto Giancarlo, le sue parole (a mio avviso), sono dette a “voce bassa” quasi a significare un senso di sfiducia verso chi dovrebbe interessarsi in maniera adeguata a questi problemi, che di recente sono tornati prepotentemente alla luce. Ecco quanto detto da Monica.
“Da due mesi viviamo qui all’ospedale di Dolo seduti su una panchina che ci serve anche per dormire, il mio compagno ha avuto un ictus l’anno scorso, tre ischemie, ha anche il Parkison, siamo stati costretti ad uscire di casa perché avevamo avuto problemi, siamo stati ospitati una settimana dal comune di Dolo in una casa famiglia, però ci siamo rimasti solo una settimana, adesso siamo qui in ospedale, e dato che tutti quanti hanno un aiuto, anche gli immigrati hanno una casa, un letto, hanno tutto, ma noi non abbiamo niente, vi chiediamo soltanto di darci un aiuto, un piccolo aiuto, non chiediamo tanto; il sindaco di Pianiga non ci aiuta più, gli assistenti sociali non ne parliamo, vi prego aiutateci, non chiediamo altro – non chiediamo altro, vi prego aiutateci.”
Da quanto detto da Monica si intuisce un senso di “impotenza” con cui da anni siamo costretti a vivere, siamo ben lontani lontani da quanto si vuole far credere, sopratutto siamo lontani da quello che dovrebbe essere uno stato sociale degno di questo nome.
Per restare nel tema, proprio qualche settimana fa, a pochi chilometri da Dolo, a Mira, due fratelli sono deceduti per mancanza (a quanto mi è sembrato) di “stato sociale”. Li hanno trovati a terra sul pavimento, ormai ridotti allo scheletro, erano li ma mesi. Si aspetta sempre il peggio prima di intervenire.
Di questo caso ne ero a conoscenza già dai primi giorni in cui i due coniugi si erano “stabiliti” presso l’ospedale di Dolo, in quanto ho qualche amico che in quel nosocomio ci lavora, tuttavia (come in altri casi) questo blog non è una testata giornalistica, e come tale ci sono dei limiti che a volte non si possono superare.
Non credo che i corrotti, e corruttori, che con il loro comportamento sottraggono denaro pubblico compromettendo in modo serio lo stato sociale del nostro Paese, leggano di questi drammi sociali, a loro mal che vada gli si da lo stipendio anche se sono stati ritenuti colpevoli, o se gli stessi hanno confessato, e sono agli arresti domiciliari, dove vivono tranquillamente in ville dorate a spese nostre.
Se volete commentare (e mi auguro lo facciate), o, correggere quanto scritto, oppure se conoscete i coniugi che vivono in ospedale e volete integrare altro nel post, vi invito a lasciare un vostro messaggio. Grazie.
Buone notizie, da quanto si è venuto a sapere ora ai 2 è stata data una sistemazione in una camera presso “la casa dei colori”, a Dolo ma è comunque da verificare. grazie di cuore a tutti.
Scusate, ma non gli possono dare lo stesso trattamento degli immigrati? 30 euro al giorno per ciascuno cosi si possono pagare affitto e mangiare., o si deve avere la cittadinanza Extracomunitaria” cos’è un “razzismo” al contrario?