ASL 13, arrivano i tagli per la Coopservice

ASL 13, arrivano i tagli per la CoopserviceArrivano brutte notizie dall’ASL 13, purtroppo non si tratta di una semplice operazione che può eseguire un chirurgo con il bisturi o con il laser, i tagli di cui al titolo riguardano il personale lavorativo che opera presso gli ospedali di Dolo, Mirano e Noale (ASL-ULSS 13) dipendenti della Rinomata cooperativa Coopservice con sede generale a Reggio Emilia.

Diciamo che qualcosa si lasciava intuire già dallo scorso anno, quando una prima Spending Review aveva messo in difficoltà le operatrici delle pulizie costrette a sopportare turni con carichi di lavoro più pesanti.

A pagare come al solito sono sempre i lavoratori, in questo caso le lavoratrici (le famose quote rosa tanto sbandierate sia a destra che al centro, ma evidentemente è solo per mantenere incarichi altolocati), che sicuramente, grazie oramai ai “sarti” della Pubblica Amministrazione si vedranno ancora una volta costrette al sacrificio lavorativo che ormai è diventato una moda (per gli operai).

Ho chiesto a qualche amica che lavora nel settore cosa potrebbe succedere in questo caso e nella fattispecie del ALS 13 che ha ribassato la base d’ asta per l’ appalto delle pulizie di circa 380.000 mila euro, e da quello che mi è parso di capire è inevitabile una riduzione del personale qualsiasi cooperativa che si aggiudicherà l’ appalto sarà costretta a ridurre il numero degli occupati (ma probabilmente il condizionale è d’ obbligo, quest’ ultima ipotesi potrebbe essere scongiurata – alla faccia della crisi che finisce – oggi no domani si).

Ma se questo è un lato della medaglia che porta una notizia negativa per l’ occupazione, l’ altro lato della medaglia è ancora peggio in quanto come al solito le operaie saranno costrette a fare dei turni massacrati, ovviamente a discapito della qualità del servizio; per fare un esempio di come questa ennesima “spuntatina con le forbici” colpirà quello che dovrebbe essere una prerogativa degli ospedali (la pulizia), vi basti pensare che un reparto (denominato generalmente in gergo Area 6 – alto rischio) che prima veniva ripulito per bene (solo grazie al servizio instancabile delle operatrici – non dimentichiamo i tagli precedenti come fanno i soliti furbetti) in circa 5 ore, grazie ai tagli effettuati dai “super esperti di sartoria” lo stesso sevizio lo si dovrebbe fare in circa 3 ore (forse meno) da questo dato qualsiasi cittadino può “tirare le somme”.

Ci saranno diverse operaie in esubero (futuri disoccupati), e di conseguenza il sindacato ha preannunciato lo stato di agitazione con assemblee che si terranno nei prossimi giorni (oltre a quella che si era già tenuta martedì 2 Aprile dove già qualcosa era trapelato).

Ovviamente come dicevo prima, chi opera questi tagli non sono i chirurghi, ma bensì persone che evidentemente calcolano con “carta e penna” immaginandosi un ipotetico lavoro (che non osano neanche sfiorare con un dito).

Siamo come al solito nel più classico dei paradossi, dove super esperti calcolano a tavolino il lavoro degli altri e dove da una parte si trova uno Stato che spende/elargisce centinaia di milioni per la sicurezza/decoro/sostenibilità sui posti di lavoro, dall’altra parte lo stesso Stato che toglie i fondi necessari affinché queste che sono le prerogative degne di un paese civile possano essere rispettate.

Si potrebbe comunque ovviare alla mancanza di personale delle pulizie consigliando ai malati di pulire qualche “metro quadro” prima di essere ricoverati? Pagano sempre i lavoratori!

Per maggiori dettagli vi invito a leggere l’ articolo sul quotidiano “La Nuova di Venezia“. Andiamo avanti così! Commenti? Grazie.

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