Venezia, le tangenti MOSE e il futuro della città

Qualche giorno fa ho letto sul sito di Rifondazione Comunista una lettera che mi ha molto colpito, scritta per esprimere la preoccupazione su quello che sta avvenendo nei palazzi della politica locale.

E’ evidente che le preoccupazioni sono sacrosante, e alla luce di quanto sta emergendo da questo “polverone” capisco che era del tutto impossibile chiedere a quelle persone di tutelare i posti di lavoro a Porto Marghera, erano molto impegnati a “amministrare” qualcos’altro, figuriamoci se si impegnavano a salvare posti di lavoro.

Ecco il testo della lettera: “Gli arresti recenti che coinvolgono settori importanti delle Istituzioni Venete e Veneziane, clamorosamente rappresentati dal provvedimento di custodia del Sindaco Giorgio Orsoni, non possono che infondere un senso di profonda umiliazione per la Città tutta. Uno stato d’animo che attanaglia, in particolare, quelle forze sociali e politiche che, come Rifondazione, hanno tenacemente denunciato il sistema che ruota attorno al centro di potere che è il Consorzio Venezia Nuova, in quanto corrosivo della legalità e della democrazia in Città. Sono gli atti e i voti contrari espressi da Rifondazione Comunista che parlano. La nostra forza politica – che è esclusa da responsabilità di Giunta da quando nel 2005 abbiamo sostenuto il candidato Sindaco Felice Casson e siamo stati sconfitti – si è costantemente opposta alla logica delle “Grandi opere”, alla realizzazione del Mose (un ecomostro che ha rubato risorse fondamentali alla salvaguardia della Città), ai progetti di finanza utili solo a chi ricercava affari semplici (come quello applicato per realizzare il nuovo ospedale di Mestre), alle ipotesi fantasiose di variante al progetto del tram, allo smantellamento produttivo e alle mire speculative sulle aree dismesse di Porto Marghera. Per questo riteniamo di avere le carte in regola per lanciare un accorato appello alla sinistra veneziana, ad agire con coraggio e tempestività nell’affrontare lo scenario postbellico che abbiamo di fronte. Siamo convinti che oggi occorra ripartire dalla parte sana di questa città per puntare alla sua piena emancipazione dal condizionamento dei troppi centri di potere che quotidianamente la opprimono. Occorre dire basta alla stagione dei commissariamenti, dei consorzi pigliatutto, delle Grandi opere (garantite da larghe intese) delle pulsioni speculative che hanno stravolto il territorio e desertificato interi sistemi economico/produttivi, come nel caso di Porto Marghera. È evidente che questo non può che passare attraverso la capacità di rivoluzionare personale e pratiche della politica, facendo in modo che si applichi un profondo processo di rinnovamento che faccia compiere un passo indietro rispetto al diretto coinvolgimento a coloro che, negli ultimi dieci anni, hanno rivestito incarichi di governo nei vari livelli istituzionali. Facciamo appello a tutte le forze della Sinistra veneziana, ai movimenti che in questi anni si sono impegnati contro la logica delle grandi opere e della svendita della città, per il diritto al lavoro e a chi ambisce ad un governo del territorio democratico, trasparente e partecipato per costruire assieme un progetto che si candidi alla guida della Città.”

Forse è stata colpa nostra, ci siamo fidati di persone che avevano/hanno una quantità infinita di “facce”, abbiamo acclamato persone che altro scopo non avevano se non quello di sistemare le cose per proprio tornaconto personale.

Abbiamo sbagliato noi e purtroppo abbiamo e stiamo tuttora pagando le conseguenze con uno stato sociale al disastro totale. Se avete commenti scrivete. Grazie.

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