Venezia, i privilegiati dei trasporti pubblici

Venezia, i privilegiati dei trasporti pubbliciQualche giorno fa stavo leggendo il “Gazzettino di Venezia” e nella pagina dedicata alla posta dei lettori mi ha molto colpito una lettera scritta da due signori Matteo Secchi e Daniele Savio, di Venezia, la lettera in buona sostanza richiama l’attenzione su quanti da “privilegiati” non pagano i trasporti pubblici, mentre i recenti “tagli” fatti dal Comune di Venezia per recuperare risorse (che mancano sempre) obbligano al parziale pagamento del biglietto i Disabili gravi che già dal primo Settembre 2014 dovranno sobbarcarsi anche questa spesa.

Prima di fare il mia solita considerazione vi propongo il testo integrale della lettera: A Venezia ci sono diverse categorie di passeggeri che viaggiano gratis sui mezzi pubblici (dipendenti dell’ azienda di trasporto, assessori,, consiglieri comunali e altre autorità, oltre alle forze dell’ ordine), ma i disabili gravi dal primo Settembre non avranno più questo “privilegio”.

La Regione del Veneto prevede, per le persone disabili con elevato grado di invalidità, delle agevolazioni tariffarie al trasporto pubblico locale che il comune di Venezia, per i disabili con grado di invalidità del 100%, fino ad oggi, integrava con un contributo residuale a garantire la gratuità del servizio. Il costo dell’ abbonamento, pertanto, era coperto per l’ 80% dalla Regione Veneto e per il rimanente 20%, pari a 7,20 euro dal Comune di Venezia.

Il Commissario Prefettizio Vittorio Zappalorto, per sanare il buco del bilancio comunale, dopo aver tagliato la spesa per l’ assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, ha ritenuto che anche i 7, 20 euro che il comune versa mensilmente ad ACTV (Azienda Comunale) per ciascun disabile con invalidità riconosciuta grave rappresentassero un ostacolo insormontabile per poter rientrare nei del patto di stabilità. Grazie a questo “regalo” del Commissario Zappalorto i disabili gravi ora potranno pagare in biglietteria 7 euro e 20 centesimi per il rinnovo del proprio abbonamento, evitando così di recarsi negli uffici di Piazzale Roma presso i quali il Comune trasmetteva mensilmente (spesso in ritardo) gli elenchi dei nominativi degli aventi diritto alla gratuità.

Se pensiamo alle difficoltà, soprattutto in centro storico, cui le persone disabili possono andare incontro negli spostamenti quotidiani e alla mancanza di alternative ai mezzi pubblici (a parte i taxi acquei privati), ci è facile misurare la gravità morale di questo atto. Forse potevamo sperare di essere amministrati da persone dotate di maggiore sensibilità. Daniele Savio, Matteo Secchi – Venessia.com.

Quanto scritto da Secchi e Savio non può che trovarmi d’ accordo. Negli ultimi 6 anni ho viaggiato poche volte sui mezzi pubblici, ma è proprio per questo che non ho potuto fare a meno di notare anche i cosiddetti “portoghesi” che Daniele e Matteo forse hanno dimenticato di segnalare nella loro lettera, questa enorme mole di persone che non pagano il biglietto o abbonamento che sia. Non lo pagano e basta. Sono i “privilegiati sommersi”. I controlli oramai sono ridotti al minimo, e comunque dubito che in certi orari ci siano, inutile anche fare le multe non le pagano.

Personalmente sto uscendo ora (forse) da uno stato di disoccupazione che durava da oltre 5 anni. Francamente mi sono reso conto che la corruzione che attanaglia in modo drammatico da oltre 2 decenni il nostro Paese ha sottratto miliardi di euro che non potranno essere recuperati (i furbetti ci hanno pensato prima) e se qualcosa verrà restituito questo non basterà ovviamente nemmeno in minima parte a ripianare i vari “buchi” che alcuni dei Comuni italiani hanno.

Questa enorme “voragine” dove i soldi spariscono non è in grado (non sono in grado?) di “chiuderla” nessuno, ma per rimediare al problema si è sempre pensato di gettare dentro altro contante “tagliando” nel sociale, e comunque dove risulta più facile farlo. Al peggio non c’è mai fine, i soldi servono quindi si devono trovare, in un modo, o nell’ altro ma si devono trovare; in questo senso (quello più facile) la “strada è stata spianata” da quanti nel corso degli ultimi venti anni (e continuano tuttora) hanno fatto finta di non vedere nulla lasciando che i nostri diritti venissero “sbriciolati”. Non credo che i 7,20 centesimi che ogni disabile grave sborserà per l’ abbonamento possano risolvere i “problemi” di Venezia, ma intanto se nessuno interverrà in tal proposito, li dovranno pagare.

Siamo al “fondo del barile” e tra l’ altro, tra poco dovremo fare i conti con i “famigerati” 80 euro che potrebbero costarci molto cari. Il bonus prima o poi finirà ma quello che verrà introdotto per “recuperarli” sarà difficile levarlo. “Nessuna Nazione può dare 100, e incassare 99/100, sarebbe un disastro.

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