Un papà eroe: storia di uno spazzino che non c’è

Lo spazzino c’è fidatevi, ma non cercate questa notizia sulle testate online non la troverete, non cercatela neanche negli archivi storici dei quotidiani, e neppure nei vari annali della storia, la notizia “Un papà eroe: storia di uno spazzino che non c’è” non è mai stata scritta da nessuno e non tanto perché la sto “inventando” io adesso, o perché successa è nei primissimi anni Duemila, ma poiché la stessa è avvenuta in una regione sperduta della Sugonia Occidentale, dove le notizie arrivano a noi anche dopo decenni.

Oggi è 19 Marzo la “festa del Papà”, non ne sono sicuro, ma credo che questa ricorrenza si festeggi in pochissime nazioni. Io sono papà, le mie figlie Valentina e Laura mi hanno fatto ricordare questa festa in tutti in modi con cui un papà vorrebbe essere festeggiato.

Come in ogni storia “inventata”, il protagonista deve avere un nome di fantasia, Carletto, così chiameremo il nostro “primo attore”. Carletto è uno spazzino, lo so, il termine è un po “spregiativo”, ma è così che si chiamavano, e si chiamano tuttora quelli che raccolgono in vari modi i rifiuti di vario genere nelle città; con il passare dei decenni si è provveduto a “cambiare” nome a questa mansione, ma, Operatore Ecologico, Netturbino, ecc…. non hanno avuto il successo voluto, ecco perché uso il temine spazzino.

Siamo esattamente al 28 Maggio del 2001, è Sabato, Carletto come ogni mattina si reca sul posto di lavoro, e per farlo usa la sua auto, una piccola utilitaria, non certo la Mercedes (gli spazzini in generale non percepiscono paghe da parlamentare, e neanche da dirigente), ma non è questo il punto.

Carletto, deve farsi tutte le mattine 22 chilometri per arrivare al suo cantiere, si alza alle 04.30, la strada che percorre ogni mattina passa attraverso varie tipologie di percorso tra cui un tratto in mezzo alla campagna, e proprio quella mattina di Sabato, in un fosso, Carletto nota una Fiat 126 (versione Sugonia) cappottata, ferma la sua auto e si precipita per verificare che al suo interno non ci sia nessuno; speranza sbagliata, una ragazza dall’apparente eta di 25 anni era rimasta incastrata tra il sedile e lo sterzo, non dava segni di vita, probabilmente era svenuta.

Non c’era molta acqua nel fosso, ma Carletto nota una macchia oleosa sull’acqua, e sente un forte odore di benzina, se ci fosse stata anche una sola scintilla la piccola auto si sarebbe incendiata. Che fare? Le porte a causa dell’urto erano bloccate, unico modo per estrarre la ragazza dalla sua auto era quella di aprire una portiera, oppure rompere un finestrino.

Sono attimi interminabili in cui Carletto non riesce a pensare (è ancora mattina presto), cerca di vedere nei paraggi qualche sasso per rompere il vetro (quando ti serve qualcosa anche banale non si trova mai). Apprensione (giusta) perché dopo qualche secondo succede quello che non dovrebbe succedere, l’auto incomincia a bruciare, resta solo qualche secondo, Carletto non ci pensa due volte e comincia a dare pugni sul finestrino (non si rompe), un colpo più forte, forse quello della disperazione e il vetro cede, si frantuma (anche la mano), Carletto riesce ad afferrare la ragazza con la sinistra e la tira fuori, la trascina per qualche metro mentre l’auto è avvolta dalle fiamme. Non passa nessuno in quei minuti, ma fortunatamente la ragazza è viva (respira), Carletto sente uno strano fastidio all’occhio sinistro, scoprirà poi che oltre alla mano rotta, si era bucata la cornea, un minuscolo pezzo di vetro ci era finito dentro.

Una quindicina di minuti, e finalmente passa un’altra auto, vengono chiamati i soccorsi. La storia del papà spazzino finisce qui (bene per fortuna), non so dirvi il nome della ragazza, come neanche il vero nome di “Carletto”. Nelle storie che arrivano dalla Sugonia Occidentale, sopratutto quelle inventate, non ci sono “eroi”, non ci sono foto, non c’è neanche il ricordo se non quello indelebile che resta per sempre. Auguri a tutti i papà, sopratutto a quelli che non ci sono più.

Dimenticavo: qualcuno si chiederà dove si trova la Sugonia Occidentale, beh, al confine con la Sugonia Orientale!

I commenti sono aperti. Se volete correggere eventuali errori vi invitiamo a lasciare un vostro messaggio. Grazie.

La foto, ed il video sono solo di esempio, non hanno nessun nesso con quanto scritto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *