Reckitt Benckiser, a Mira operai Zeolite sul tetto

Reckitt Benckiser, a Mira operai Zeolite sul tettoLa crisi è ben lontana dal finire, siamo di nuovo alle proteste sui tetti, quello che sembrava una forma di contestazione che da qualche anno pareva essere scomparsa (almeno nei TG nazionali) è ritornata prepotentemente di “moda”, a dover affrontare questo ennesimo tentativo per salvaguardare l’occupazione (oramai ai minimi storici) sono gli operai della Zeolite di Mira in provincia di Venezia a cui di recente sembra siano arrivate le lettere di messa in mobilità (licenziamento) per circa 40 di loro.

Questa mattina mi sono fatto prestare un auto e mi sono recato a Mira in Riviera Matteotti, quando sono sceso dall’automobile e ho alzato gli occhi al cielo mi è venuta una fitta al cuore, mi sono ritrovato di fronte un passato che stavo dimenticando ma che in realtà è sempre più vivo che mai.

Continua a non andare bene, quello che sembrava un problema legato al lavoro, ed al famigerato articolo 18 (che a detta di chi sta dirigendo il Paese era la causa principale della crisi) si sta rivelando di ben altra natura. Ancora una volta mi sento coinvolto in quanto sto scrivendo e se dovessi dire come la penso realmente su come è stata affrontata la crisi in generale nel nostro Paese mi chiuderebbero il Blog, ma esprimendomi in maniera normale devo dirvi che sono “pessimista”, esperienze simili le ho avute quando alla Sirma di Malcontenta tentammo anche noi la “carta” del tetto, mesi di proteste che in buona sostanza non sono servite a nulla.

La politica veneta all’epoca aveva ben altre priorità che si sono manifestate villanamente in questi ultimi mesi, avevano ben altro da fare che impegnarsi in vicende legate al mondo del lavoro e comunque la crisi (questa crisi) era appena agli inizi, con questo non voglio dire che tutti si sono lavati e si stanno lavando le mani, di persone “coraggiose” che hanno avuto e stanno avendo tuttora a cuore i problemi di chi sta lentamente ma inesorabilmente perdendo l’ unica fonte di sostentamento (il lavoro), ci sono ma probabilmente non hanno voce in capitolo,o comunque sono tenuti ai “margini”.

La Zeolite a Mira, storico reparto della “Mira Lanza” una volta fiore all’occhiello dell’occupazione mirese ora è in seria difficoltà, purtroppo la “politica del lavoro” intrapresa molti anni fa in modo (a mio avviso) del tutto sbagliato sta portando molte realtà produttive alla chiusura e questo senza che nessuno si occupi seriamente del fenomeno, ma quante aziende dovranno ancora chiudere prima che qualcuno intervenga con adeguate misure?

Sono pessimista, nei prossimi giorni per gli operai della Zeolite di Mira ci sarà un’ incontro a livello regionale/istituzionale per trovare soluzioni al problema, ci sono passato anche io, non voglio deludere le speranze di tutti i padri e madri di famiglia che in questo “angoscioso momento” stanno lottando per il lavoro, mai come in questo momento mi sento di incoraggiare (per quello che può contare) tutti coloro che da questa riunione si aspettano risposte concrete ma devo purtroppo dire che oramai “le chiacchiere sono a zero”.

In questo contesto anche Calimero ne uscirebbe “sbiancato dalla rabbia” questo perché si è perso troppo tempo nei soliti proclami di ripresa occupazionale, proclami che ovviamente rivelano sempre il contrario di quello che realmente dicono, ma è una tattica che piace ai soliti che se la spassano (in ogni caso) incassando migliaia di euro al mese e a volte hanno altri impegni che nulla hanno a che vedere con i reali problemi del lavoro.

Agli operai della Zeolite auguro che tutto si risolva nel migliore dei modi, ci vorrebbe più determinazione (come c’era molti anni fa), anche se con il passare del tempo molti che dovevano vigilare su quanto stava accadendo si sono limitati a guardare mentre tutti i diritti fondamentali dei lavoratori venivano “sciolti come ghiaccio al sole” lasciando quello che è ora uno sterminio di disoccupati.

Se volete intervenire su quanto scritto, correggere, o aggiungere altro vi invito a scrivere. Grazie.

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