Internet. Ma davvero siamo liberi in rete?

Internet. Ma davvero siamo liberi in reteSe mi facessero la domanda: ma davvero siamo liberi quando navighiamo in rete? Così a “bruciapelo”, d’ istinto risponderei di no! Poi con calma quando valuterei meglio quello che mi e stato domandato potrei dire con assoluta certezza: assolutamente no! Non siamo liberi quando navighiamo in Internet, nel senso che qualcuno ha sempre “una traccia” di chi siamo e che cosa stiamo guardando in quel momento. Con questo non voglio dire che siamo spiati di continuo, nelle nostra mura domestiche siamo tranquilli, ma se siamo collegati in “rete” e stiamo “navigando” in Internet il nostro fornitore di adsl ha l’ obbligo di legge di registrare il nostro indirizzo IP che il quel momento ci viene assegnato (senza IP- Internet Protocol Address, non si va nessuna parte!).
Mi spiace per quelli che credono utilizzando software di “offuscamento” di potere aggirare tale prassi, perché se non è il nostro provider di adsl a tracciare il nostro indirizzo IP (che comunque arriva fino al quel sito) lo deve fare il sito Web che in quel momento ci offre il sevizio di “oscuramento”; insomma quello che voglio dire e che qualcuno ha sempre il nostro indirizzo, senza di quello non si potrebbe navigare in Internet.
Sono d’ accordo che i programmi per mascherare la nostra navigazione in rete offrono maggiore privacy, ma se dovessimo combinare qualcosa di “losco” chi di dovere ci può trovare, forse ci metterà più tempo ma ci trova! Perché questo post?
Di recente ho conosciuto qualche persona (giovani soprattutto) che mi ha riferito che ci sono nel Web alcuni siti che permettono il “mascheramento” del proprio IP, in buona sostanza questi siti richiedono prima una registrazione (come volevasi dimostrare) per poi offrire tramite loro, un’ accesso alla rete in un improbabile anonimato (si naviga con un IP che loro ti concedono), resta comunque il fatto che se si cercano di usare questi siti web per scopi talvolta “truffaldini” pensando di restare impuniti ci si sbaglia.
Per navigare in perfetto anonimato ci si dovrebbe collegare tramite WIFI ad una rete “libera” (che potrebbe essere in alcuni casi quella del vicino che si è dimenticato di criptarla, oppure altre reti che si trovano sparse in giro, anche se quest’ ultime richiedono anch’essi una registrazione) in questo caso il responsabile delle “vostre malefatte” sarebbe il proprietario della “rete”, resta comunque il mio principio che usare questi stratagemmi è da “idioti”, e comunque sono punibili dalla legge.
Vediamo come si è arrivati a scoprire Internet, questa magnifica invenzione definita dal Papa “un dono di Dio”; scrivo solo quello che ricordo, non ho voluto copiare contenuti che in rete si trovano facilmente (non è nel mio stile). Internet, è la solita invenzione Americana (Stati Uniti), e vede i suoi albori già all’inizio degli anni ’60, era stata pensata ovviamente per scopi militari (un classico), da li, il “passo” non fu molto breve, i computer non erano quelli di adesso, ma si cercò di creare una rete tra di loro in modo tale che in caso di guerra, e a seguito del danneggiamento di stazioni radio, oppure una base stessa della rete di computer, i dati potessero venire trasmessi ugualmente; solo verso la fine di quegli anni fu fatto il primo collegamento con 4 Università Americane, e da li “partì” Arpanet (Advanced Research Projects Agency NetWork).
Con il passare degli anni ci si accorse che quello che era il timore della “guerra fredda” andava lentamente ma inesorabilmente scemando, di conseguenza si comincio a pensare che forse era meglio dare questa rete Arpanet ai “civili”, ma è solo nei primissimi anni ’80 che gli Stati Uniti D’ America “regalarono” al Mondo quella che oggi noi chiamiamo Internet.
Certo nei primi anni la “rete” non era quella come la si conosce oggi, non c’erano browser, Internet Explorer probabilmente non era neanche nei pensieri di Bill Gates, ma nel 1992 (se non ricordo male) un fisico (Tim Berners) che lavorava presso il Cern di Ginevra scoprì il “collegamento Ipertestuale”, e concepì il www (World Wide Web) (quello che si usa tuttora, voi cliccate su una scritta/foto, o altro, e in meno di un secondo vi trovate quello che vi interessa direttamente sul vostro schermo, anche se il contenuto stesso si trova in un computer situato a decine di migliaia di chilometri di distanza); da li in poi, questa volta il passo fu breve, si era aperto un mondo nuovo, arrivò il primo browser che credo si chiamasse Mosaic, la Microsoft iniziò a commercializzare Windows ’95, e successivamente Windows ’98 ecc.. Cominciarono a entrare in rete diversi siti (inizialmente commerciali), poi man mano altri siti con altre prerogative, si comincio a pensare di costruire apparati in grado di offrire la “velocità” necessaria in Internet per quello che oggi noi chiamiamo Web 2.0 l’ “ASDL”, poi la Fibra Ottica (anche se l’ Italia in quest’ ultima tecnologia è parecchio indietro).
Il resto è quello che si vede ai giorni nostri. Mi scuso per la lunghezza di questo post, ma sentivo il bisogno di scriverlo, anche per “rinfrescarmi” la memoria. Se vi sembra che abbia sbagliato  qualcosa vi prego di correggermi lasciando un messaggio; e ricordate non utilizzate mai le “reti” altrui se non prima autorizzati dai relativi proprietari.
In Internet siamo davvero Liberi? A voi la risposta. Grazie.

One thought on “Internet. Ma davvero siamo liberi in rete?

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