Inghilterra, Durham: atto di razzismo al mercato

Inghilterra, Durham: atto di razzismo al mercatoUn mio parente abita in Inghilterra per l’ esattezza a Durham, ogni tanto mi telefona per dirmi come vanno le cose da quelle parti mentre io racconto la situazione del nostro Paese, situazione che è “sotto gli occhi” di tutti, e a mio modesto parere risulta essere “disastrosa. Nel conversare con lui sembra che le cose in Inghilterra vadano un po’ meglio, tuttavia nel Regno Unito si devono fare i conti con altre realtà sociali che fortunatamente da noi resistono ancora(non si sa per quanto ancora) mentre da loro sono state tolte anni fa, o non sono mai esistite, ma non è questo il punto principale per cui scrivo questo post.

Qualche settimana fa nella solita chiacchiera “del più e del meno” mio parente mi “confessa” di essere stato fatto oggetto di razzismo presso il mercato locale di Durham, dove si era recato per fare qualche acquisto. in Inghilterra (come nel resto dei paesi dell’ Unione Europea) vige probabilmente la stessa legge tributaria, forse le aliquote si differenziano ma tuttavia la maggior parte degli esercizi commerciali (compresi quelli ambulanti) hanno l’ obbligo di rilasciare una ricevuta o qualcosa di legale che attesti l’ avvenuto pagamento e che sia anche oggetto di garanzia per l’ acquirente (come nel nostro Paese con lo scontrino fiscale).

Non vi so dire con certezza se in alcuni casi lo scontrino bisogna chiederlo espressamente, ma nel caso del mio parente la ricevuta per l’ acquisto effettuato presso il Mercato di Durham era stata richiesta regolarmente, ma qualcosa non “quadrava” in quanto il commerciante Inglese pur avendo il regolare “registratore di cassa” portatile da al mio parente un semplice foglietto di carta scritto a mano con sopra la cifra che era stata spesa.

Da noi in Italia si spendono Euro, in Inghilterra si paga in Sterline, ma come diceva mio nonno: “tutto il Mondo è Paese”, il “furbetto” delle ricevute fiscali lo si trova dappertutto (compreso il Regno Unito). Il commerciante in questione (nel caso del mio parente) ha dato prova tangibile di essere un classico evasore fiscale perché si è rifiutato di rilasciare una regolare ricevuta per l’ acquisto fatto presso il suo “banco vendita” al mercato.

Veniamo al punto principale di cui questo “articolo”, a seguito delle proteste fatte immediatamente dal mio famigliare perché gli venga rilasciato un titolo d’ acquisto regolare, qualcuno del posto si avvicina e dice al mio parente: “go to your house in Italy” (vattene a casa tua in Italia).

E’ chiaro che quel signore che ha detto al mio parente “vattene a casa tua” non rappresenta in nessun modo gli abitanti di Durham. Stiamo vivendo in un periodo molto delicato, in questi ultimi anni dove l’ attuale crisi che sta attanagliando tutta l’ Europa ha fatto “nascere” dei sentimenti che non sono da considerarsi “amichevoli”, c’è un clima di “sofferenza” che ci sta portando nella direzione sbagliata, la “tolleranza” sta via via diminuendo lasciando il posto ad atti di razzismo si sta manifestando in modo assai plateale, e purtroppo credo che ci sia poco da fare almeno fin quando i governi che girano intorno a questa crisi economica/lavorativa non metteranno le cose a posto facendo in modo che torni un po’ di serenità. “tutto il mondo è Paese”. Mio nonno aveva ragione.

Se volete commentare, o vi siete recati all’estero e siete stati in qualche modo trattati male vi invito a lasciarmi un vostro messaggio, verrà pubblicato. Grazie.

One thought on “Inghilterra, Durham: atto di razzismo al mercato

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